La storia

Ci siamo avvicinate  alla realtà carceraria aderendo, come docenti , al progetto "Carcere e scuola" promosso dal CSI di Vicenza e inserito in un discorso più ampio di "educazione alla legalità". Ogni anno abbiamo accompagnato gli alunni di quinta superiore all'interno della Casa Circondariale di Vicenza per la conoscenza delle strutture e un primo contatto con gli ospiti in detenzione.

 

In questi anni abbiamo constatato come l’impegno alla rieducazione sia fondamentale nel tentativo di recupero delle situazioni di disagio sociale che hanno portato alla devianza.

 

Una volta in pensione il desiderio di metterci ancora in gioco nell’area educativa e le basilari conoscenze di ago e filo hanno fatto nascere in noi l’idea del laboratorio di cucito che è stato proposto alla Dirigenza e agli Educatori della Casa Circondariale ricevendone l’approvazione. 

 

Manufatti semplici, perché il lavoro possa essere gratificante (asciugamani, copertine, canovacci…), ma in cui si ricerca precisione, armonia e competenza tecnica.

 

Siamo partite con 2 macchine da cucire (donate dal CSI di Vicenza), l’asse da stiro (Alunni Liceo Brocchi di Bassano), il ferro da stiro (privati), donazione (Fondazione  BP Volksbank di Marostica) e stoffe varie acquistate da noi o ricevute in omaggio. Nel 2023 nel laboratorio ci sono 5 macchine da cucire (di cui 2 professionali), una tagliacuci, una ricamatrice.

 

Ci siamo costituite Associazione ONLUS nel maggio 2018.

 

Il motivo profondo che ha dato vita alla nostra esperienza è stato il desiderio di metterci in contatto con la scintilla di bene che esiste in ogni persona, al di là delle situazioni e delle apparenze e offrire un’ occasione per far emergere impegno e capacità.

 

Sicuramente i "ragazzi" ci stanno ricambiando: immaginate queste mani maschili, mai abituate a tenere in mano un ago che ora hanno la sensibilità di fare punti quasi perfetti, pensate alla soddisfazione di ottimizzare i tagli delle stoffe, alla capacità di gestire i materiali e la divisione dei vari compiti o all’importanza di diventare un’occasione di servizio per i propri compagni che necessitano di un semplice lavoro di sartoria.

 

Un cammino iniziato sette fa, che si nutre di generosità e di fiducia e che si riflette in una frase detta da uno di loro: " E’ vero, ho fatto qualcosa di sbagliato, ma non sono un uomo sbagliato”.